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Cucinare- robertprax-Pixabay |
In cucina, come tutti voi, ho più di un cassetto/contenitore
in cui ripongo pentole e pentoline, padelle e casseruole di ogni materiale, da
utilizzare in base alla ricetta che voglio realizzare, sicura che solo in quel
tegame raggiungerà il massimo sapore. I metodi di cottura sono tanti e, in
commercio, tanti sono gli utensili di
materiali diversi che possiamo acquistare con sicurezza, perché l’Unione
Europea ha stabilito delle leggi rigorose, in continua evoluzione, che devono essere rispettate affinché un
oggetto sia idoneo per il contatto del cibo destinato all’alimentazione umana. L’EfSA
(European Food Safety Authority),
insieme ad Enti di ricerca e Istituti Scientifici degli stati membri, è l’ organismo di controllo di cui si avvale l’Unione Europea. Il principio base
prevede che ogni utensile da cucina sia prodotto in modo conforme alle buone
pratiche di fabbricazione (GMP, Good Manufacturing Pratices). Inoltre i
materiali venendo a contatto con il cibo, devono essere inerti :
- non devono
trasferire, quantità tali di sostanze da mettere in serio pericolo la salute
- non
devono modificare la loro composizione
- non devono alterare le loro caratteristiche.
Le Aziende produttrici
per garantire le norme, sottopongono i loro prodotti a test di laboratorio
variando il tempo, la temperatura ecc., per stabilire l’eventuale
contaminazione e per poi sottoporre i risultati agli Organismi di controllo.
L’alluminio
E’ un materiale
duttile, resistente, leggero con elevata conducibilità termica . Le pentole di
questo materiale consentono di poter:
- regolare
la temperatura durante le varie fasi di cottura
- distribuire
il calore in modo uniforme sia sul fondo che sul bordo del tegame
- evitare
che il cibo si possa bruciare
Per questi motivi i tegami in alluminio sono
usati nella ristorazione, ma non potendo
essere lavati in lavastoviglie, l’impiego in casa è limitato. Il fondo di
queste pentole deve essere spesso, affinché il calore si distribuisca in modo
uniforme, evitando che si formino dei punti di surriscaldamento, chiamati hot spots. La loro forgia deve essere
convessa e non piana, perché l’alluminio con il calore si deforma, diventando
convesso e pericoloso nella stabilità per l’impiego su piastre in
vetroceramica. Non può essere utilizzato sui piani a induzione. In tal
caso occorre porre dei piattelli in acciaio inossidabile ferritico da far aderire sul loro fondo con tecniche
particolari.
L’Istituto Superiore della sanità ha accertato
che la contaminazione del cibo è molto bassa, meno di 1 p.p.m. (parte per
milione) per pasto, se tutto il pasto è stato cucinato in tali contenitori. Mentre
occorre evitare il contatto prolungato degli alimenti in pentolame in tale
materiale a temperatura ambiente, o a basse temperature, o cucinare in essi cibi acidi (es. pomodoro) perché in tal caso la contaminazione sarà
maggiore.
Spesso gli utensili in alluminio hanno un
rivestimento antiaderente, a base di PTFE, noto come Teflon, privo di nichel,
metalli pesanti e PFOA . Il Teflon è un polimero inerte dotato di elevata
resistenza termica, non pericoloso per la salute in caso di passaggio nel cibo,
perché chimicamente inerte e, quindi, innocuo. Le stoviglie così rivestite, sopportano
temperature molto alte, pertanto sono idonee per bollire, friggere e cucinare
in forno, senza che gli alimenti si attacchino sul fondo. Inoltre con queste stoviglie potremo realizzare una cucina dietetica perché non sarà necessario usare molti grassi
da condimento. Per favorire la durata dei rivestimenti in Teflon è
consigliabile usare mestoli di legno, di silicone o di plastica, invece quelli metallici
e taglienti lo possono danneggiare.
Altri tipi di rivestimenti antiaderenti per questi tegami sono
quelli chiari, preferiti dai cuochi che così possono controllare il grado di
cottura del cibo e il mantenimento del suo colore, quelli stone-look, dall’estetica
più ricercata e quelli rivestiti in ceramica, realizzati con tecnologia
SOL-GEL. Quando le pentole hanno quest'ultimo rivestimento sono dotate di proprietà antiaderenti inferiori e per durare più a
lungo non devono essere lavati in lavastoviglie. C'è da aggiungere che necessitano di più grassi e
non sopportano temperature superiori a 250 °C.
Altri consigli utili possono essere i
seguenti:
- porre
il tegame su un fornello adatto alle sue dimensione, per produrre danni
- moderare la fiamma.
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Pentola in acciaio-cocoparisienne- pixabay |
L’acciaio
Le
stoviglie in acciaio inossidabile sono realizzate usando leghe di cromo
e nichel con aggiunta di altri elementi come il molibdeno, il titanio ecc. che rendono il metallo più resistente
alla corrosione. L’acciaio più usato è quello Inox 18/8 o Inox 18/10 con il 18 %
di cromo e l’8-10 % di nichel. E’ un materiale con scarsa conducibilità
termica, per cui le pareti di pentole realizzate così, si
surriscaldano troppo e possono bruciare il cibo che in esse viene cotto. Ecco perché il
loro fondo è dotato di fondelli termo-diffusori in alluminio. Si consiglia di
usarle per la bollitura, tecnica di cottura in cui il calore è trasmesso dall’acqua.
Rispetto alle pentole di alluminio sono molto pesanti e, quindi, meno
maneggevoli. Per ovviare alla possibilità di attaccare il cibo sul fondo,
possono essere rivestite da materiale antiaderente, ma questo abbinamento può
creare dei punti di hot-spot. Le pentole in acciaio rivestite in materiali
antiaderenti non vanno lavate in lavastoviglie, e devono essere asciugate
subito dopo il lavaggio perché possono formare della ruggine (non nociva per la
salute). I rivestimenti antiaderenti di PTFE non contengono nichel, metalli
pesanti e PFOA.
Il
ferro
Le padelle di ferro si usano per
friggere e per cucinare la carne,
hanno una scarsa conducibilità termica, ma sono idonee per raggiungere alte temperature.
Non si lavano in lavastoviglie, perché arrugginiscono.
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Pentole di rame- SimonaRi- Pixabay |
Il rame
Le pentole realizzate in rame sono
molto pesanti, quindi poco maneggevoli, hanno un’alta conducibilità termica,
per cui sono ottime materiale per cucinare, l’uso in cucina è limitato dal costo elevato perché
in genere sono stagnati in modo artigianale
o rivestiti in acciaio o in alluminio o in alluminio con rivestimento
antiaderente, per evitare il contatto diretto con gli alimenti. Queste pentole
si macchiano facilmente e occorre
pulirle passando esternamente un limone con dentro del sale, o con
aceto e sale grosso, o con aceto mescolato alla farina gialla. Le pentole di rame
sono preferite nella ristorazione.
La
terracotta
Le pentole di terracotta sono composte da
argilla, fedspati, silice, ossidi di ferro e alluminio, duttili in natura, ma
duri dopo la cottura. In genere sono smaltate all’interno e all’esterno, ad
eccezione del fondo. Si scaldano molto lentamente e allo steso modo cedono il
loro calore al cibo, pertanto si usano per alimenti che richiedono lunghi tempi di
cottura, come i legumi, i risotti, gli stufati ed il minestrone. Si rompono facilmente se sottoposte a shock
termico, quindi si consiglia l’uso ponendo al di sotto uno spargifiamma
che diffonde il calore in modo uniforme. Quando sono nuove, vanno immerse in
acqua fredda per 12 h, mentre i tempi si riducono a qualche minuto dopo ogni uso, per permettere alla
terracotta di reidratarsi dopo che si è seccata sul fuoco, questo evita le
rotture. Conviene usare cucchiai di legno permescolare il cibo, onde evitare di
graffiarle. Prima di pilirle, riempirle di acqua calda e lasciarle così per qualche
ora, in modo che si stacchi tutto il grasso, poi lavarle con poco detersivo senza
usare retine abrasive per non rovinare lo smalto. Dopo averle sciacquate accuratamente,
lasciarle asciugare all’aria ponendole capovolte su un superficie piana.
La
porcellana
Le pentole in porcellana sono di una ceramica
che si ottiene a partire da un’argilla bianca, chiamata caolino a cui si
aggiungono felspati e quarzo. Sono utili per preparare zuppe, salse, o per
preparazioni da cucinare sia nel forno tradizionale che nel forno a microonde. Se
poste sul fuoco, usare lo spargifiamma.
La
ghisa
E’ una lega di ferro e carbonio che accumula
calore e lo distribuisce in modo uniforme, in genere le stoviglie di questo
materiale sono usate sia per cotture lunghe e a fuoco basso, come zuppe e stufati, sia per cucinare alla
piastra carni e pesci. Sono difficili da pulire, occorre aspettare
che si raffreddino, e per ovviare a questo inconveniente si rivestono con
materiali antiaderenti.
La
pietra ollare
La pietra
ollare è un materiale molto resistente, capace di accumulare calore e distribuirlo in modo uniforme, in genere con questo materiale si realizzano delle piastre
da porre sulla brace o nel camino, e su cui preparare carni, pesci e verdure.
Gli inconvenienti sono:
- il
tempo eccessivo necessario per riscaldarle e raffreddarle, in quanto vanno portate alla temperatura ottimale a
fiamma bassa
- il
costo eccesivo
Non richiedono l’aggiunta grassi da
condimento. Meglio usare uno spargifiamma al di sotto e porle
su una fonte di calore non eccessiva. La prima volta che si usano vanno lavate con acqua salata e asciugate
con cura. Dopo l’uso, lasciarle raffreddare e,
quando sono tiepide, pulirle con un panno imbevuto di aceto e un raschietto o una
spazzola di ferro. Meglio evitare il detersivo e ricorrere all'olio di oliva, tenendole unte per 24 h.
Il
vetro
Le pentole di Pirex sono di vetro
borosilicato chimicamente inerte. Non sono dei buoni conduttori
termici, si usano per le cotture in forno tradizionale o in quello a microonde.
Risentono degli sbalzi termici.
Il
silicone
In genere i contenitori di silicone - i
migliori sono quelli in silicone platinico-, si usano per cucinare i dolci in
minor tempo, possono inoltre passare dal forno al freezer, perché sopportano
ampi sbalzi di temperatura. Al primo utilizzo possono contaminare l’impasto,
per cui conviene lavarli prima in lavastoviglie e poi usarli la prima volta con
un impasto da buttare.
Guida alla scelta dei materiali per la cottura deglia alimenti- Andid- Università degli Studi di Firenze
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