Durante la presentazione del mio libro: Le strade del Ben... essere tra gastronomia e buongusto, si è parlato dei test delle intolleranze alimentari. Nel mio libro preciso che le intolleranze non possono essere causa dell'obesità, in quanto producono malassorbimento per appiattimento dei villi intestinali come nella celiachia, o provocano stati diarroici come nell'intolleranza al lattosio. La conseguenza è la perdita di peso!
In figura il documento che ha redatto l'ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica) insieme con altre società scientifiche.
Gli esperti sostengono nella prefazione:
Sempre più frequentemente è attribuita la responsabilità del sovrappeso e obesità.
o disturbi gastrici, come gonfiore addominale e scarsa digeribilità a possibili intolleranze alimentari. La diagnosi viene ricercata sempre più spesso attraverso test non validati, proposti frequentemente da personale non ascrivibile all’ambito sanitario.
Le conseguenze di diete di esclusione di alimenti, non necessarie, possono determinare carenze nutrizionali anche gravi negli adulti e soprattutto nei bambini durante la crescita. Lo scopo di questo decalogo è quello di stimolare l’attenzione della popolazione, attraverso 10 piccole regole, su questa tematica, in modo da evitare di incorrere in errore di false diagnosi.
La condivisione del Decalogo da parte delle maggiori Società Scientifiche che si occupano
del problema, della Federazione dell’Ordine dei Medici e del Ministero della Salute vuole sottolineare l’importanza del documento e rafforzare il messaggio per la popolazione.
I test non considerati validi sono: dosaggio IGg4, test citotossico, Alcat test, test
elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt
test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del
capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.
Fonte: (http://www.adiitalia.net/documenti/positionpaper/DECALOGO%20locandina.pdf)
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