La pressione arteriosa è la pressione che il sangue esercita sulle pareti dei vasi; durante
il giorno può variare e quando si mantiene costantemente alta, si soffre di
ipertensione.
Questo aumento può essere lento e continuo nel tempo, nella maggior parte dei casi non è accompagnato da sintomi e
può causare danni al cervello, al cuore e ai reni per anni, prima di essere
diagnosticato.
Gli effetti dell’ipertensione provocano:
- a livello cerebrale ictus o demenza, a causa dell’ipossia
- angina o ischemia o infarto a livello cardiaco
- insufficienza renale a carico dei reni
- danni alla retina dell’occhio che degenerano nella cecità.
Si misura in millimetri di Mercurio o mmHg ed è
contraddistinta da due numeri, Il primo numero indica la pressione massima o
sistolica, ovvero la forza con cui il cuore pompa il sangue nelle arterie; il
secondo è riferito a quella minima o diastolica della fase di riempimento dell’organo
che si era svuotato del sangue. I valori che esprimono una situazione di normalità sono: 120/80 mmHg.
L’ipertensione può essere la conseguenza di errate abitudini come l’abuso
di alcol, l’abitudine al fumo e l’uso di
cibi troppo salati. Tutti questi fattori voluttuari si possono modificare,
riducendo i rischi prima citati, mentre, se c’è predisposizione genetica o la
presenza di alcune patologie come per es. il diabete o l’iperlipemia, occorre monitorarla
nel tempo. Il rischio delle patologie prima citate aumenta se esiste una condizione di sovrappeso/obesità o se
si è uomini con più di 45-50 anni o donne in menopausa.
Fonte foto: 472301/pixabay.com.it
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